UFOLOGIA: L’IPOTESI EXTRATERRESTRE

Per comprendere il senso e la portata culturale e scientifica della cosiddetta ipotesi extraterrestre occorre porsi alcune domande fondamentali:
1) siamo sicuri che la vita sulla Terra sia nata autonomamente e NON sia stata portata dallo spazio?
2) siamo sicuri che il passaggio evolutivo dagli ominidi all’Homo sapiens NON sia derivato da un intervento di matrice extraterrestre?
3) siamo sicuri che la specie Homo sapiens NON abbia un’origine aliena?
4) siamo sicuri che il fattore sanguigno chiamato rh negativo, per certi aspetti incompatibile con la teoria dell’evoluzione, NON abbia un’origine extraterrestre?
5) siamo sicuri che il passaggio dall’età della pietra all’età dei metalli NON sia derivato da contatti con altri mondi tecnologicamente superiori?
6) siamo sicuri che la credenza universale in esseri soprannaturali NON sia stata causata dalla discesa sul nostro pianeta di alieni venuti dallo spazio e successivamente divinizzati?
7) se gli astronomi ritengono estremamente probabile l’esistenza di civiltà extraterrestri evolute, perché NON dobbiamo interpretare gli oggetti volanti non identificati come astronavi provenienti da altri mondi?
8) siamo sicuri che i manufatti teoricamente incompatibili con il livello tecnologico della civiltà che li ha prodotti NON possano avere un’origine aliena?
Alla base di tutto sta la possibilità di un ‘contatto’ con civiltà extraterrestri tecnologicamente superiori.
Ipotesi puramente fantascientifica e ridicola dal punto di vista della scienza ufficiale?
Non direi, visto che tale possibilità costituisce oggi un campo di ricerca scientifica importante.
L’ipotesi extraterrestre comincia a svilupparsi ed a diffondersi nei mass media a partire da alcuni strani ‘avvistamenti’, diciamo così, avvenuti negli anni ’40.
Ma già dopo la metà del XIX secolo si erano verificate le prime ondate di avvistamenti riportate sui giornali, in un’epoca nella quale non esistevano neanche gli aerei e le navi spaziali erano pura fantascienza.
Come fenomeno socioculturale, la teoria del contatto assume una certa rilevanza fra Otto e Novecento, per cui si può dire che ormai da più di un secolo l’opinione pubblica è abituata all’idea del contatto e dell’invasione della Terra da parte di extraterrestri ostili, per lo più intesi come marziani. La cosa è dimostrata per esempio dal successo di numerosissimi film e romanzi basati proprio su questo tema.
Pare che lo sviluppo ‘moderno’ della teoria sia iniziato con l’avvistamento di ben nove dischi volanti da parte del pilota americano Kenneth Arnold in data 24-6-1947.                                                                                                   A questo punto dobbiamo porci un’ulteriore domanda molto importante: che cosa ne pensa la “scienza ufficiale? Sinteticamente, si può dire che in realtà i problemi sono due:                                                                                 esistono o sono esistite civiltà extraterrestri? ci sono mai stati o almeno sono possibili contatti fra il nostro mondo e mondi extraterrestri?
Alla prima domanda la scienza, sulla base di un ragionamento di tipo probabilistico, non solo risponde in modo affermativo, ma addirittura afferma che è  estremamente improbabile che non esistano civiltà extraterrestri o almeno forme di vita evolute. Si è arrivati a tale conclusione soprattutto grazie alla famosa equazione di Drake, una formula matematica elaborata dall’astrofisico Frank Drake all’inizio degli anni ’60. Ecco la risposta al problema data dalla famosissima astrofisica Margherita Hack: https://www.youtube.com/watch?v=tq8YqMB_p3w
Sulla seconda domanda la scienza ufficiale tende a rispondere in modo negativo. Infatti, già 10 anni prima dell’equazione di Drake, il famosissimo fisico italiano Enrico Fermi aveva elaborato un ragionamento noto come paradosso di Fermi: se nell’universo esiste un gran numero di civiltà aliene, perché la loro presenza non si è mai manifestata? Il paradosso di Fermi costrituisce una specie di confutazione preventiva delle conclusioni ottimistiche derivabili dall’equazione di Drake.