ARTE MODERNA

I RAPPORTI TRA PSICOLOGIA E ARTE MODERNA

I rapporti tra psicologia ed arte moderna sono stretti e profondi, anche se non sempre espliciti.
Gli impressionisti rappresentano non la realtà, bensì la percezione della realtà.
Il “divisionismo” ed il “puntinismo” si basano sulle scoperte scientifiche relative alla percezione del colore.
Mentre la “psicologia del profondo” concentra la sua attenzione sugli aspetti non razionali della psiche (sogni, fantasie, lapsus, pulsioni inconsce), la produzione artistica abbandona definitivamente la rappresentazione razionale ed oggettiva della realtà a favore del mondo interiore e soggettivo.
L’astrattismo sviluppa i rapporti “sinestetici” tra suoni, linee e colori. Il futurismo rappresenta il movimento, il cubismo mostra gli oggetti come se fossero visti nello stesso momento da diverse angolazioni.
La pittura metafisica rappresenta un mondo onirico, in netto contrasto con la realtà oggettiva. Il dadaismo rende esplicito il complesso rapporto, psicologico e sociologico, che lega l’opera d’arte, l’artista, il critico ed il fruitore: qualsiasi cosa può essere arte, anche un oggetto comune, se lo si decide “a priori”.
Con il surrealismo il rapporto tra arte e psicoanalisi diventa esplicito. L’artista deve lasciarsi dominare totalmente dall’inconscio.
Nella seconda metà del Novecento tutte le residue convenzioni artistiche vengono abbattute. Non esiste più l’opera d’arte come oggetto chiuso e definitivo. L’arte diviene “evento”, “performance”, “trasformazione”, “provocazione”, “contaminazione”. Anche un animale vivo, o morto, collocato in una mostra, viene considerato opera d’arte purché sia in grado di suscitare emozioni “estetiche” (comprese le proteste degli animalisti). A volte non è chiaro se l’emozione estetica sia dovuta ad una caratteristica intrinseca dell’opera oppure alla provocazione pura e semplice. I critici d’arte sono divisi, si formano fazioni contrapposte. Il pubblico reagisce in modo vario, spesso con disappunto, ma in ogni caso viene dimostrato che tra la creazione artistica ed il fruitore esiste un rapporto estremamente complesso, nel quale intervengono componenti sociali, emotive, cognitive.
L’arte, non solo l’arte moderna, è sempre una provocazione. Ma certamente l’arte moderna ci pone di fronte ad una serie di problemi nuovi. La sua comprensione richiede un’analisi integrata di tipo psicologico, antropologico-sociale e filosofico.
Il “modello psicofisiologico” di Vezio Ruggieri può aiutarci a capire i processi psicologici (percezione, emozione, cognizione, immaginazione) che sono alla base di quel fenomeno fondamentale che si chiama “esperienza estetica”.
Concludo riportando un passo, che non richiede commento, della studiosa Anna-Carola Krauße: “Oggi l’arte non conosce confini [……….] Non vi è nulla che non esista, e persino il nulla può essere arte, se noi lo consideriamo tale.”