All’ittiologo comasco Pietro Garganico, giunto nella nuova
Capitale negli anni ’80 dell’Ottocento, si deve l’idea di costruire a
Roma un acquario scientifico con annesso uno stabilimento di
piscicultura.
La sua idea coincideva con gli
indirizzi di Quintino Sella, il quale voleva caratterizzare Roma anche
come centro della scienza. La delibera apposita del Consiglio Comunale
del 1882 concesse a Garganico un’ampia area dell’Esquilino, a poca
distanza dalla Stazione Termini.
Tra il 1986 e il 1990 un intervento di restauro, condotto su progetto di V. De Feo e S. Stucchi dalla Edilizia Monumentale e dalla Sovrintendenza Comunale, ha consentito il recupero complessivo dell’architettura e delle decorazioni. Dalla sua riapertura al pubblico, nel 1993, l’Acquario Romano ha ospitato numerose manifestazioni espositive e di spettacolo.
Nel 2003 l’edificio è diventato “Casa dell’Architettura” e come tale è stato utilizzato per esposizioni e manifestazioni sui temi dell’architettura contemporanea, sotto la gestione dell’Ordine degli Architetti di Roma.
L’edificio è composto da due elementi: un corpo cilindrico a base ellittica e un avancorpo con arco a nicchione a cui si accede mediante due rampe di scale. Molto bella la decorazone della facciata. Leggiamo la descrizione contenuta nel sito ufficiale: “Ai lati del nicchione ci sono due edicole ornate con sculture in stucco trattato a finto bronzo raffiguranti La Pesca a destra e La Navigazione a sinistra; le edicole sono sormontate da due tondi a rilievo, inquadrati da due cariatidi. La cornice di coronamento ha un fregio con due delfini e tridente. A coronamento dell’attico un gruppo in malta raffigurante il carro di Venere trainato da un tritone e una naiade.” ( https://acquarioromano.it/storia.html ). L’Acquario è molto bello anche all’interno. La sala centrale, molto vasta, è scandita da un doppio ordine di colonne corinzie in ghisa (rivoluzione industriale!) è riccamente decorata. Le colonne sostengono la galleria superiore e il soffitto, che fu rifatto nel 1930. Una fila di semicolonne corinzie e paraste si sviluppa lungo i muri perimetrali, nei quali erano ricavati gli spazi per le vasche, oggi murati. Molto ineressanti sono le “specchiature” che sormontano le ex-vasche, dipinte da Silvestro Silvestri (1859-dopo il 1920), che raffigurano scene acquatiche con bimbi asessuati, eroti, fauni, ninfe e baccanti. Tutta la decorazione si basa sul tema dell’acqua, compreso il mosaico pavimentale.
Sitografia:
https://www.romasegreta.it/esquilino/piazza-manfredo-fanti.html
https://massolopedia.it/piazza-manfredo-fanti/
Bibliografia:
Nicoletta Cardano, Guida all’Acquario Romano, ed. Quasar di Severino Tognon (disponibile a richiesta sul posto)
(Foto di Pietro Massolo)